Versace Silvio

Rating
3
“Alla domanda “Che cosa è l’arte?” si potrebbe rispondere celiando (ma non sarebbe una celia sciocca): che l’arte è ciò che tutti sanno che cosa sia”. Sottile e acuta questa affermazione di Benedetto Croce, tuttavia da essa non traggo una risposta definitiva ma l’indicazione, se capisco bene, di una generale e comune predisposizione dello spirito umano verso l’evento artistico. Mi è più facile immaginare che cosa sia un artista, un grande artista. Ho sempre pensato che sia colui che ha la capacità di scendere nel più intimo della sua anima, trovare ciò che profondamente gli appartiene, forse quello che altri non hanno ancora scorto o che tutti sentono, riportarlo cosciente in superficie e, attraverso la creazione artistica, trasfigurarlo in un segno per tutti riconoscibile. In questo senso, forse, “l’arte è ciò che tutti sanno che cosa sia”. Ma è solo una mia idea. Amo l’arte nella quale l’individuo, unico e irripetibile, esprime la propria intima emozione o commozione, la quale è talvolta solo personale, altre volte universale. Nella mia piccolezza quantistica, io faccio le mie cose quando voglio riprodurre un sentimento interno, a volte confuso, e ripeto spesso, almeno nei quadri, lo stesso soggetto per prolungare quel sentimento e riuscire a nominarlo, anche se, in fondo, continua ad essere solo un gioco con me stesso, tanto più piacevole quanto meno assillato dalle regole. Sono nato a Napoli nel 1950, e per chi conosce quella città, sa che questo dato biografico comporta delle intime conseguenze. Mi sono laureato, senza entusiasmo, in Giurisprudenza, e poiché eravamo nel 1968 e dintorni mi sono impegnato in politica, come tanti di quella generazione ed in quei tempi. Mi sono occupato di politica internazionale in ambito sindacale. Successivamente ho diretto società pubblico-private nella realizzazione di progetti di sviluppo locale con gli strumenti della programmazione negoziata. In questa sequenza d’anni la continuità è rappresentata dalla passione per la pittura e dal gusto di far oggetti con le mie mani. E’ stata l’unica attività che non si è chiusa tra due parentesi passate in archivio, accompagnando gli intimi cambiamenti della mia vita. Alla fine, ho avvertito un curioso bisogno di ricompormi, e sono venuto a vivere in Sabina dove ho incontrato cari amici, fra cui i miei tre cani.

