Tresoldi Roberta

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Nella mia infanzia l’occupazione preferita era passare il tempo nel giardino di casa ad osservare fiori ed insetti, collezionarli e catalogarli, quasi che questo mi permettesse di entrarne in possesso. Al di sopra di tutto mi affascinavano i colori e le forme, così, fin da piccola, incominciai a dipingere cose, oggetti e vedute. Niente di ciò che facevo mi lasciava soddisfatta, tutto era sempre troppo lontano dalle forti emozioni che provavo ma era quasi un bisogno essenziale provarmi. Ora son passati molti anni e mi accorgo che nulla, a riguardo, è cambiato, come se il tempo in questa visione non fosse affatto trascorso. E’ proprio vero che per certe sensazioni ed emozioni non si invecchia mai.
Eterna voglia di rimanere fanciulli? forse! ma è anche vero che nella fanciullezza è racchiuso il magico momento di un’intera vita. Nell’ultimo periodo mi sto occupando di pittura e di poesia, ho appena ricevuto una menzione di merito per un concorso gratuito con la casa editrice “Aletti Editore” con l’inserimento della mia poesia nel libro “Premio internazionale Dostoevskij” e una pubblicazione di varie poesie su “Habere Artem” Aletti editore e varie poesie pubblicate su “Poeti del Nuovo Millennio a Confronto”. Son un’artista che si occupa di diverse forme di creatività, l‘essenza che le unisce tutte si chiama emozione. Per quello che mi riguarda la vera arte è solo emozione e quando la goccia fa traboccare il vaso, quello è il momento giusto per trasferire la spiritualità di quella emozione in un opera d’arte. Se non c’è partecipazione spirituale e vissuta nella propria pelle niente può diventare vera arte, in questo senso l’arte si libera da imposizioni, da mode, e da tecniche. Ognuno partorisce la propria opera quando è vissuta nella sua carne, per questo possiamo definire l’opera dell’artista come la creazione di un figlio. Ecco perché spesso l’artista non è sempre felice quando se ne distacca, tuttavia, per contro, a me succede così, quando la propria opera viene amata da qualcuno che la comprende, ed è disposto a sacrificare del denaro per ammirarla e goderla, allora l’artista condivide la sua emozione con chi la comprende ed è felice perché ha donato parte di sé a qualcuno.

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