Toccaceli Antonio

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11,5

Antonio Toccaceli è un artista di Castelfidardo, città in cui è nato nel 1939, protagonista di un’originale e straordinaria produzione pittorica. Antonio Toccaceli ha iniziato a dipingere già ad undici anni, portando avanti la sua ricerca insieme alle due altre passioni che hanno impegnato la sua vita: la fisarmonica e la società calcistica. Nell’ambito pittorico, dopo una prima formazione da autodidatta, per Antonio Toccaceli è stato fondamentale l’incontro con Antonio Gasparri, che lo ha introdotto allo studio degli impressionisti e a sviluppare la sua tecnica a spatola tendenzialmente puntinista e divisionista. Esposte in numerose mostre, soprattutto a Castelfidardo e nelle Marche, le opere di Antonio Toccaceli sono conservate in molte collezioni, pubbliche e private, della sua zona. Essenzialmente paesaggista Toccaceli si lascia ispirare dalla realtà che si trova intorno e che può percepire con i suoi sensi ma, nel suo fare artistico, il dato sensibile cede ben presto il passo ad una connotazione spirituale di natura simbolista che rende le sue opere davvero uniche. In altre parole Antonio Toccaceli parte dalla realtà fenomenica, ma è attraverso la sua eccezionale tecnica pittorica che questa stessa realtà viene connotata di sovrasensi mistici. In realtà è già la stessa scelta dei soggetti che indirizza e predispone le opere di Toccaceli verso questa interpretazione spirituale del paesaggio. Infatti le vedute da lui scelte si presentano già ad un primo sguardo cariche di un’aura di misteriosa sospensione: alberi solitari che si stagliano sul mosaico policromo delle colline coltivate, mentre il cerchio perfetto del sole viene colto nell’attimo del tramonto, oppure tutto è ricoperto dal biancore lucente della neve. La presenza umana non è quasi mai contemplata e tutto ci riporta a quel senso di solitudine tipica del Realismo Magico. Inoltre le composizioni sono dominate da una spiccata propensione razionalista e geometrica per le linee precise e le campiture cromatiche perfette, che potrebbe tirare in ballo addirittura la Metafisica. Sono certo suggestioni, quelle del Realismo Magico e della Metafisica, presenti nell’opera di Toccaceli, essenziali nella sua volontà di andare oltre i dati sensibili per dare una lettura spirituale del paesaggio, ma la strada intrapresa da questo pittore è ben altra e va rintracciata nella sontuosa veste formale che caratterizza le sue opere. Il linguaggio elaborato dall’artista di Castelfidardo poggia essenzialmente su due elementi, la stesura a spatola e una policromia preziosissima e piena di luce: sono questi i due mezzi formali attraverso i quali Antonio Toccaceli supera definitivamente la realtà fenomenica per dare una lettura mistica e simbolista del paesaggio. Innanzitutto la stesura, la tecnica a spatola di Antonio Toccaceli è davvero eccezionale, connotata di un segno denso e materico che scompone gli oggetti, in alcuni casi con segni ondulati e fluenti, in altri con dei tocchi più brevi che inducono ad un’indagine divisionista. In questa consistenza materica e in questa gestualità concitata si compie quel passaggio da un paesaggismo legato indissolubilmente alla concretezza della terra, ma che da quella concretezza si eleva per raggiungere una percezione mistica della Natura. Ribadisce questo dualismo il carattere policromo dei paesaggi di Toccaceli, sempre composito ma coerente allo stesso tempo, capace di ottenere l’unità della superficie pittorica, pur nella grande varietà dei toni e delle cromie. La tavolozza usata dall’artista si distingue per dei colori che rimangono in qualche modo legati alla registrazione dei dati sensibili, ma la luce che emanano e l’accentuata policromia ci riconducono a quella lettura spirituale del paesaggio che è la cifra stilistica fondamentale di Antonio Toccaceli. In questo marcato misticismo della terra, risolto tramite la stesura materica e gestuale ed un uso espressionista del colore, possiamo senza dubbio ravvisare le radici del fare pittorico di Antonio Toccaceli nell’arte di Vincent Van Gogh. Ma il confronto con il grande maestro non è sterile in quanto Toccaceli si nutre del linguaggio del pittore olandese ma questo gli è utile per intraprendere il proprio percorso originale. Infatti laddove Van Gogh usa uno stile fatto di segni vorticosi e concentrici Toccaceli si distingue per quel suo razionalismo, quel suo gusto per gli equilibri e le geometrie della composizione, ravvisabile anche nella stesura che mostra una spiccata serialità nel tratto, propria dell’artista di Castelfidardo.

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