Tito Pellicciotti

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16.5
Tiziano Pellicciotti detto Tito nasce nel 1873 a Barisciano si trasferì a Napoli e si iscrisse all’Istituto di Belle Arti partenopeo nel 1890 ove ha per maestri Domenico Morelli e Filippo Palizzi. Dai loro insegnamenti elabora una forte connotazione verista dei primi stilemi valendosi per ciò di una pennellata morbida e corposa ed un’attenzione precipua agli aspetti luministici e cromatici. Terminato il magistero formativo nel capoluogo partenopeo Pellicciotti fa ritorno nel paese natio ove dà corpo, con successo, all’attività pittorica licenziando una produzione cospicua ma del tutto accattivante nelle tematiche: memore della lezione palizziana egli rivolge altresì attenzione al mondo agreste della sua terra rappresentando interni rustici e di stalla, contadini e pastorelle, basti e greppie ma soprattutto riuscite figurine di animali domestici colti in una sorta di delicato lirismo e contornati da oggetti e vasellame della vita quotidiana, sedie spagliate e conche di rame, cipolle e fieno; non mancano interni di osteria animati da figure popolari e scorci “en plein aire” con pastorelle di pecore e tacchini o anche quadretti di strada con venditori di cipolle, suonatori ambulanti e ombrellai con pipe fumiganti; e ancora carovane pastorali, scene di caccia e alcune delicate maternità. Nel corso della sua carriera il pittore organizza numerose mostre personali in svariate città d’Italia (Roma, Napoli, L’Aquila) accolte tutte con notevole favore soprattutto dal pubblico ma delle quali non resta traccia di cataloghi o recensioni. Partecipa, in Italia e all’estero, a svariate collettive a cura di mecenati d’arte ai quali affida per la vendita la sua cospicua produzione, Le sue opere di fatto sono oggi presenti in collezioni di tutto il mondo con una certa qual prevalenza degli Stati Uniti. Tito Pellicciotti muore nel suo paese natale, Barisciano, il 12 aprile 1950.


