Tammaro Antonio

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Antonio Tammaro nasce a Napoli il 26 Luglio 1915. Si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Napoli nel 1934, dove frequenta la sezione di scultura con il maestro Alessandro Monteleone. Già da studente mette in mostra le sue notevoli capacità artistiche: nel 1937 si classifica al primo posto per la scultura alla mostra Nazionale dei Littorali di Trieste, aperta agli studenti di tutte le facoltà universitarie italiane e nel 1938 invia alla Mostra del Bicentenario dell’Accademia di Napoli un’opera che il Museo di Capodimonte acquista, su suggerimento dell’allora ministro alla Cultura Maraini, per inserirla nelle sue collezioni. Ancora nel 1938 la scultura “La Buona Terra” premiata ai Littorali, viene inviata alla Mostra Internazionale di Vienna per rappresentare l’Italia. Si diploma nel 1938 sotto la guida del sovraintendente Venè e nello stesso anno vince la borsa di studio “Vincenzo Gemito” per frequentare l’Accademia di Firenze dove conosce molti artisti fra i quali il pittore Ottone Rosai che lo sensibilizza all’arte pittorica. Finiti gli studi, viene nominato segretario di commissione nei Littorali a Bologna e nel 1940 si iscrive alla Facoltà di Architettura di Napoli. La guerra lo costringe a interrompere gli studi ma tiene vivi i suoi interessi culturali frequentando l’architetto Francesco Della Salla e l’ingegniere Luigi Cosenza. Con quest’ultimo partecipa al concorso del partigiano a Cuneo. Partecipa con bozzetti al concorso per le opere artistiche del “Nuovo Politecnico”, che verranno pubblicati da Bruno Zevi su “Architettura”. Nel 1948 riprende l’attività artistica realizzando il frontale del Ministero dell’Agricoltura e foreste di Bari. Dal 1952 al 1956 insegna al Liceo Artistico di Napoli da cui si dimette per dedicarsi completamente alle sue ricerche artistiche. L’impegno e l’entusiasmo con cui si vota al suo lavoro lo portano ad acquistare una fama che gli consente d’essere invitato alla Quadriennale di Roma del 1955 e alla Biennale di Venezia del 1956. Da allora le sue opere di scultura e di pittura sono esposte in mostre in tutta Italia. Nel 1965 Armando Nocentini lo invita alla mostra “Il Fiorino” di Firenze dove riceve la medaglia d’oro per la scultura “Testa” che viene poi acquistata per la collezione della Galleria Pitti. Nel 1992 riceve a Roma nel Campidoglio da Giulio Carlo Argan il premio “Luigi Petroselli” per la pittura (commissione: Nicolini, Lizzani, Maraini, Miriam Mafai ). Nel 2004 partecipa alla Prima Mostra Internazionale Esasperatismo Logos & Bidone alla Casina Pompeiana a Napoli. Nel 2005 ritira, come premio alla carriera, il Bidone d’Oro del Movimento Esasperatismo a Napoli. Sempre nel 2005 allestisce nei saloni del Maschio Angioino a Napoli, per i suoi 90 anni una grande mostra personale, che riceve il plauso delle Personalità, dei molti amici, dei collezionisti e di tutti gli artisti intervenuti. Nel 2006 espone nella Galleria I Colori Del Pensiero Grosseto Nel 2007 espone nel Palazzo Collacchioni a Capalbio con notevole successo. Sempre nello stesso anno espone nella Chiesa dei Bigi Grosseto con l’emissione di un Annullo Filatelico dedicato. Le Sue opere sono amabilmente conservate dalla Prof/ssa Antonella Maria Giordano sua nipote e curatrice delle Sue opere e della Sua immagine artistica. Essa cura personalmente nel 2015 l’allestimento e la promozione della Sua grande Retrospettiva a Castel del Ovo nell’ambito del “Circuito Maggio dei Monumenti” con l’emissione di un Annullo Filatelico dedicato. Nel 2018 Essa cura l’allestimento e la promozione di una altra grande Retrospettiva presso la Galleria TAT a Grosseto