Taliani Maria Grazia

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4,5

Grazia Taliani. Nata a Pontedera nel 1938, vive ed esercita la sua attività artistica in Val di Cava (Ponsacco). Insegnante, pittrice, incisore. Ha allestito personali e collettive in numerose città italiane; la partecipazione a rassegne e concorsi nazionali testimonia la sua intensa presenza nel campo artistico. Ha frequentato il laboratorio d’incisione di Villa Pacchiani a Santa Croce sull’Arno diretto da Romano Masoni, realizzando numerose lastre in rame e zinco tirate con il suo torchio. Le sue opere sono lo specchio di un personaggio complesso, tormentato dalle scelte esistenziali, diviso fra i ruoli contrastanti della vita domestica, della madre, dell’insegnante e della contadina da una parte, di artista e di coraggiosa viaggiatrice dall’altra, i riflessi dei quali si proiettano nella forte vena espressiva che connota le sue opere, sia pittoriche che grafiche e incisorie. La pittura è, per l’artista, un’esigenza espressiva, un linguaggio attraverso cui trasmettere le proprie esperienze, le impressioni, i ricordi, gli stati d’animo. La sua iconografia, apparentemente infantile, veicola messaggi semplici, chiari e immediatamente intellegibili che riguardano diversi ambiti della sua complessa esistenza, restituiti sulla tela con stili e tecniche pittoriche diverse, suggeriti dai diversi temi affrontati con una raffinata sensibilità letteraria, propria dell’artista, capace di accordare forma e contenuto. Le opere a tema domestico o affettivo, o quelle legate ai ricordi d’infanzia, generalmente sono caratterizzate da una notevole semplificazione concettuale ed esecutiva, sia nel disegno, nella stesura del colore piatto privo di sfumature, nell’impianto prospettico bidimensionale, che nella composizione d’insieme, oppure sono opere caratterizzate da un forte e deciso stile decorativo che fa da sfondo ai vari soggetti, il tutto in chiave favolistica, vagamente naif. Le opere ispirate ai viaggi in Africa sono caratterizzate da personaggi, animali e cose fortemente stilizzati e bidimensionali, nessun riflesso, nessun gioco di luci e contrasti, solo la forza della figura e del colore: pastori, donne, bambini, schiavi e danzatori si alternano agli animali, come i cammelli, presenze eleganti che si stagliano sullo sfondo del deserto. L’adozione di una linea di contorno, spesso colorata, ridotta all’essenziale, circoscrive le figure, mentre iconico, in tal senso, è l’utilizzo dei colori, molto vividi e accattivanti, quali il giallo, il verde, il blu, il rosso e tanto marrone, non disdegnando il bianco e nero dall’effetto di sequenza cinematografica. Lo stile e i soggetti di queste opere, in ossequio alla tradizione artistica africana, sono connotati da un certo primitivismo di derivazione tribale che, ispirato da quei luoghi visitati e intensamente vissuti dall’artista viaggiatrice, ne costituisce di per sé la cifra stilistica. La versatilità artistica di Taliani trascende i mezzi espressivi tradizionali tanto che, per dare sfogo al proprio inesauribile estro, non esita a sfruttare qualsiasi elemento abbia a portata di mano: le sue opere sono tracciate su legni spiaggiati, la pala di un remo, un pezzo di intonaco o un mattone antico, vetri recuperati diventano supporti ideali per i suoi paesaggi isolani, spesso popolati da un’umanità in movimento che lavora o che prega. Taliani ha perseguito un modello di arte molto personale, ignorando le regole imposte dal mondo del mercato o dalle mode, dando vita ad una serie di opere difficilmente collocabile in una corrente o in un determinato ambito stilistico ove spesso, la critica tende a collocare ed etichettare l’artista secondo una codificazione sistematica della sua produzione atta ad individuarne più agevolmente i caratteri. adroid