Scelfo Giuseppe

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Giuseppe Scelfo è un’artista romano nato e cresciuto nell’urbe dove porta avanti da circa 50 anni le sue ricerche artistiche. Nelle sue opere si lega la gestualità con l’intenzione, la mano fa da tramite diretto che esprime le idee sulle superfici. Da giovani avrebbe voluto seguire il liceo artistico, ma per vari motivi deciderà poi di frequentare la facoltà di architettura, dedicando però ogni attimo libera alla grande passione della pittura. Una delle prime opere che crea è una scultura fatta da un blocco di creta di 25 chili e nel liberare le forme da questo blocco informe anche lui stesse si sente liberato. Si concentra poi sulla pittura, specialmente ad olio e nei primi anni Settanta crea un “figurativo scomposto” come narra egli stesso. Dal ’76 inizia a trovare un linguaggio più individuale, riconoscibile come suo esclusivo, dove gli elementi portanti sono l’analisi dello spazio e della luce permeate dalla ricerca dell’uomo e di un introspezione esplicata tramite linee armoniose. L’armonia viene spezzata nel momento del terremoto in Friuli negli anni Settanta, e i colori chiari danno spazio a dei bruni più scomposti. Una nuova evoluzione la vediamo circa dieci anni, quando un viaggio in Grecia lo riavvicina alle figure classiche, e le stratificazioni che crea nelle sue opere prendono tutt’altro aspetto, qualcuno potrebbe vederci degli elementi del cubismo, ma qui la ricerca e l’analisi nascono da tutt’altre considerazioni. Forse proprio anche gli studi architettonici lo portano a questa sua arte di proiezioni, sovrapposizioni e astrazioni lineari. Continua su questa strada fino a creare i suoi “cieli stellati” delle tele dove quello che rimane è l’incontro delle linee, l’incrocio, l’incontro. L’artista lavora anche la ceramica e il vetro, materiali che grazie alle loro qualità intrinseche contribuiscono alla ricerca della luce e della luminosità. Nei primi anni duemila collabora anche con altri artisti per creare degli eventi immersivi dove si accostano video-arte, performance ed opere d’arte più tradizionali. Nelle ultime opere accosta la simbologia geometrica, dove il cerchio rappresenta il femminile, il quadrato la materia e il triangolo la terra, trovando così nuovi modi per trasporre le sue visioni del mondo e dell’umanità in arte. Trova così nelle varie fasi della sua produzione sempre nuovi e affascinanti modi per fare delle analisi dell’umanità tramite ricerche che approfondiscono luci, spazio e incontri tra oggetti e soggetti.