Romanò Pino

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Le tappe di vita dell’artista Pino Romanò si ripercorrono all’interno delle sue opere pittoriche. Quella di Romanò, infatti, è stata una vita trascorsa tra paesaggi di ogni genere, che egli ha saputo descrivere con la più alta sincerità impressionista. Il pittore nasce a Scilla, per poi trasferirsi a Messina. Ma la sua terra d’origine sarà sempre parte della sua pittura e della sua vita. Inizia a dipingere da autodidatta, ma l’esperienza della “Scuola di Scilla”, con i lavori di Renato Guttuso, Saro Mirabella, Giovanni Omiccioli, Giuseppe Mazzullo, nelle estati tra il 1949 e il 1950 condizionerà molto la sua attività pittorica. Le esposizioni nel messinese negli anni 60 saranno il suo punto di avvio, per poi affrontare lunghi soggiorni a Milano in cui avrà l’occasione di frequentare gallerie e musei. Sul finire degli stessi anni, lo spostamento verso il litorale laziale, per la precisone presso Anzio, incoraggerà il pittore a confrontarsi con le scuole romane e di provincia. Decide di approfondire le sue conoscenze iscrivendosi alla scuola libera del nudo dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, iniziando anche l’attività di incisore che coltiverà negli studi d’artista di Alleruzzo e Maccari. Dopo un periodo in Puglia, dal 1971 al 1987, si trasferisce in via definitiva a Roma, dove tutt’oggi vive e lavora. L’ambiente artistico romano sprona la creatività del pittore, riuscendo così ad approfondire la sua inconfondibile e personale interpretazione del visibile. Pino Romanò intraprende una ricerca paesaggistica mirata alla rappresentazione interiore e sentimentale di quest’ultimo. I paesaggi, avvolti da una luce e da un cromatismo atmosferico e corposo, hanno la capacità di coinvolgere lo spettatore emotivamente. La pittura emozionale si sovrappone ad un processo artistico che restituisce le forme del reale con naturalezza e semplicità. La tela grezza, che prepara appositamente il pittore, è la silenziosa nostalgia di un passato che si fa ancora vivo nella sua memoria.