Piumelli Giuseppe
Rating
6
Peppe Piumelli, architetto, lavora a Calitri, Avellino. Si è laureato con il massimo dei voti alla facoltà di architettura di Firenze. Ha diretto per 20 anni l’ufficio tecnico del suo Comune, realizzando importanti opere pubbliche, tra cui: il restauro del mattatoio, adibito a ludoteca, l’ampliamento del cimitero, il centro di cultura musicale, il restauro di un’abitazione in Via Berrilli, le pavimentazioni del centro storico, pubblicate sulla rivista di architettura “Costruire in laterizio”, anno 7, Marzo Aprile 1994, n° 38 Nel 2017, avvalendosi dei suoi studi sul centro storico di Calitri, ha promosso l’intesa tra il Comune di Calitri, l’Università della Basilicata, la Fondazione Matera 2019 per la classificazione delle cavità ipogeiche dei Comuni campani e lucani. Nel contempo ha coltivato le sue passioni: il design, la grafica, la fotografia, l’arredamento degli interni, l’arte. Per il design ha pubblicato un catalogo di opere: Super Bowl, ispirate all’opera dei fratelli Fernando e Huberto Campana, Enzo Mari, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Gerrit T. Rietveld. Per la fotografia, ha pubblicato per la casa editrice Libria di Melfi il libro: L’elogio dell’abbandono, dedicato all’opera dell’arch. Antonio Carbone. Altri suoi libri sono reportage fotografici sull’architettura moderna lucana e degli insediamenti residenziali nel Comune di Melfi. Nel 2019 ha allestito a Calitri la mostra fotografica: Calitri – Matera, il bello, il brutto, il sublime, curandone anche il catalogo
Per l’arredamento degli interni ha progettato il restauro di alcune residenze a Solofra, Calitri e Mestre. Nel 2018 insieme al titolare della Casa editrice Antonio Carbone ha organizzato a Calitri la mostra di architettura: La casa del consigliere Krespel, che ha visto la partecipazione di architetti di fama nazionale e internazionale. Nel 2015, invitato dal Museo etnografico di Aquilonia, Av, ha esposto le sue opere, con la mostra Smart Art. La sua opera può esser definita Pop Espressionista, mutuando la sua definizione da due correnti artistiche del ’90, espressionismo astratto e la Pop art. Esprime la complessità dell’essere e il substrato emotivo, attraverso gesti violenti, ampie campiture cromatiche, squarci e lacerazioni, nella ricerca di un’analogia tra l’arte e la vita, tra soggetto e oggetto. La casualità della disposizione degli elementi è analoga alla casualità degli avvenimenti umani, il groviglio dei segni è analogo al groviglio dell’esistenza. Nel contempo, le opere utilizzando materiali di uso comune e i simboli della cultura di massa, si avvicinano all’arte Pop, costruendo, cosi, una mitologia del banale e del quotidiano. Si realizza, cosi una strana commistione di soggettività e di icone quotidiane, appartenenti ad un immaginario collettivo. L’autore, inoltre, perviene ad un risultato inconsueto, cui l’espressionismo non ci aveva abituato, in quanto portatore di immagini dai toni cupi e tristi, a differenza di queste, sicuramente evocatrici di sensazioni allegre e ottimiste. Passando alla descrizione della realizzazione materiale delle sue opere, Peppe Piumelli abolisce il pennello, per attingere all’archivio infinito del web, dove sceglie un colore o una fotografia, ne trae un file e lo stampa digitalmente , mediante printer sofisticati. Una volta incollato su un supporto materico, in genere un pannello di multistrato, l’autore sparge strati di colori fatti di vernici e smalti. Il risultato è un dipingere fatto in fabbrica, o meglio in ufficio, dove si dipinge al desktop, viaggiando in internet e selezionando i soggetti che, schiacciando il tasto print, si traportano sulla superficie pittorica. La sua opera si confronta, quindi, con quella di protagonisti affermati come Christopher Wool, Rudolf Stingel, Wade Guyton, Seth Price, e ancora altri.