Pavone Claudio

Rating
8
Claudio Pavone è nato a Besana Brianza nel 1961. Fin da piccolissimo è rimasto profondamente affascinato dal disegno, dal mondo delle forme e dei colori. Come poteva, infatti, disegnava o dipingeva su ogni pezzo di carta o cartone gli capitasse a tiro. Intuiva infatti come questo fosse un modo potente ed efficace per descrivere, al di là delle parole pronunciate, ciò che aveva dentro e inventare addirittura storie o scenari prima inesistenti. Già da bambino, a chi gli chiedeva cosa volesse fare da grande, rispondeva: «Il pittore!». A 11 anni gli fu regalata la sua prima cassetta di colori ad olio. Dopo le medie, per motivi familiari non ebbe la fortuna di poter frequentare il liceo artistico, come avrebbe voluto. Gli dissero che con l’arte non si “campava”. Ha frequentato due anni di grafica industriale e tre, serali, di grafica pubblicitaria alla Scuola d’Arte Cova a Milano, lavorando di giorno presso varie tipolitografie. Dopo il servizio militare, ha frequentato diversi corsi liberi di pittura, con il professor Zanoni e altri con la pittrice Chiara Quarenghi. Nel frattempo, ha iniziato a lavorare presso l’ufficio tecnico di una casa editrice, la Cino del Duca, e più tardi, attraverso il praticantato, è diventato giornalista professionista, scrivendo testi e occupandosi di impaginazione e lavorando sempre nel mondo dell’immagine. Fino a un licenziamento collettivo nel gennaio 2008. Ha sfruttato il periodo di disoccupazione per “riciclarsi” come operatore sociosanitario e ha a lavorare in ospedale. questo per ciò che riguarda il lavoro. Facendo un passo indietro, subito dopo il servizio militare ha iniziato a partecipare a numerose estemporanee e a concorsi di pittura, ricevendo anche diversi riconoscimenti. E’ entrato in contatto con alcuni gruppi artistici, tra i quali “Gli amici dell’Arte”, di San Pietro all’Olmo, dove ha conosciutoi il pittore Roberto Cozzi, che riconobbe nei suoi quadri una piena aderenza al movimento “Ipercromatico”, da lui fondato, e per breve tempo con il gruppo del “Rosetum”, gestito dai Padri Cappuccini a Milano. Allora, la conoscenza di alcuni critici produsse in Claudio Pavone un allontanamento da quell’ambiente e l’inizio di un percorso, in solitaria, che ancora non è finito. La pittura infatti è la “passione” della sua vita… Più volte ha provato ad allontanarsene, deluso dalla risposta del pubblico spesso indifferente, ma inutilmente… E’ come una forza che lo attira a se. Personalmente, ama molto sia il figurativo che l’astratto. Nel figurativo riconosce interpreta la bellezza del Creato; nell’astratto, materico, la possibilità preziosa di descrivere ciò che si agita nel suo cuore o nell’animo, sebbene poi lo spettatore interpreti a sua volta il risultato dei suoi sforzi. Dal punto di vista tecnico, usa normalmente l’olio, a volte con aggiunta di cere; meno di frequente, l’acrilico. Usa normalmente la tela quale supporto, ma ama molto i supporti rigidi come tavole o cartoni.