Mori Manuelita

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13,5

Un’artista poliedrica, in continua evoluzione, curiosa sperimentatrice di tecniche e impatti nuovi. È così che possiamo descrivere Manuelita Mori, in arte Manù. Dipinge dagli anni Sessanta e il suo percorso si distingue per la continua volontà di reinventarsi, grazie al suo carattere inquieto procede su una strada che le permette di trovare soluzioni espressive inedite. Frequenta il Liceo Artistico della sua città e poi l’Accademia di Belle Arti, sempre a Firenze. Già a scuola sente la necessità di essere perpetuamente circondata da impulsi nuovi, perché gli ambiti sterili le tappano le ali e la creatività. Così già allora le viene messo a disposizione uno spazio tutto suo per dipingere. È in quel periodo che nascono i cosiddetti fantocci. Delle figure simili a manichini che rimandano all’arte della metafisica. Figure asessuate, né maschili né femminili, che sono una sintetizza. Una delle più recenti invenzioni sue, unica nel suo genere è la pittura su fogli metallici con degli inchiostri permanenti. Passa così nel mondo dell’astrattismo creando visioni oniriche di colori vivaci e splendenti di una luce acquisita grazie al supporto, ricordandoci quasi delle vetrate antiche riformulate e riadattate alla nostra visione contemporanea. Come dice Cesare Cacciavillani Motta, “predilige e realizza opere essenzializzate ampie ove è presente uno slancio vitalistico denso di tensioni spirituali. Sono, in definitiva, immagini placanti significative in cui il primato dell’intensità nelle figurazioni risulta vantaggiosamente preminente su quello della tecnica.” Nel corso della sua lunga carriera ha avuto occasione di esporre a livello nazionale e internazionale, come per esempio a Mosca, New York, Londra e Barcellona. In queste occasioni è spesso stata elogiata per l’innovatività della sua arte, e le sue opere, grazie anche a queste esposizioni, ad oggi le possiamo trovare in collezioni locali ed estere. Nel corso della sua lunga carriera ha avuto occasione di esporre a livello nazionale e internazionale, come per esempio a Mosca, New York, Londra e Barcellona. In queste occasioni è spesso stata elogiata per l’innovatività della sua arte.