Mario Melloni

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12.5

Mario Melloni riceve le prime lezioni di disegno e di pittura da suo padre, pittore manierista; frequenta gli ateliers degli amici artisti ed espone opere figurative la prima volta nel 1954 al Palazzo Roverella di Ascoli. L’ambiente in cui vive è quello tipico della Provincia italiana non distante dal figurativo ottocentesco e ben lontana invece dagli echi delle rivoluzioni culturali che si profilano all’orizzonte in successione all’Impressionismo francese. Dopo la permanenza di alcuni anni tra Roma, Torino, Bologna e Parma, negli anni settanta aderisce ai movimenti concettuali e minimalisti, dipinge monocromi e studia le possibilità espressive della pittura tonale; nel contempo si approccia alla rivista Data edita a Milano da Tommaso Trini ed espone a Monaco di Baviera, Parigi, Ginevra, Bruxelles e New York. In questo periodo conosce grandi artisti come Max Bill, Jannis Kounellis e Daniel Buren. Negli ultimi anni perviene a una pittura nello stesso tempo progettuale e intimista: egli è sollecitato sia dalla realtà che lo circonda sia dai depositi del proprio io; talvolta si tiene in equilibrio tra l’astrazione e la rappresentazione.