Luisa Bergamini

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12.0

Luisa Bergamini, nata a Camposanto (Mo), diplomatasi presso l’Istituto Magistrale ha compiuto successivamente studi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Vive e lavora a Bologna. In trent’anni di attività artistica il suo lavoro, rivolto alla fine degli anni 70 al nudo femminile, espresso nella forma più libera, si è orientato, nei primi anni 80, verso la ricerca sulla Pittura Informale. L’analisi del “ Contenitore” è sempre stato il denominatore comune della sua opera, essendo l’artista affascinata e coinvolta nel considerare questo oggetto come un crogiolo contenente il magma delle umane emozioni. Questo suo “ Informale “ veniva esposto nelle Gallerie “ L’Ariete” di Bologna nel 1984 e “ Studio Cavalieri “ di Bologna nel 1987 e, sempre nell’anno 1987, nel Pal. Comunale di Novellara, “ Sala delle Colonne “ di Nonantola e “ Palazzo Massari “ di Ferrara, con testi critici di F. Solmi, L. Cavallari, C. Cerritelli. Iniziava così, attraverso fuoriuscite di materiali indistinti e contorti, la presenza di questo contenitore, più o meno leggibile, che emanava rigurgiti di memorie, tensioni, lacerazioni del vissuto umano. Questo contenitore, dopo il 1987,si trasformava in una forma ovoidale, a simboleggiare il massimo dei contenitori che si possano reperire: generatore di vita l’uovo, infatti, poteva sviluppare una creatura che, nel suo DNA , si portava dietro tutta la storia propria e di chi l’aveva preceduta. A questo periodo ha fatto seguito un Informale Materico che risentiva certamente del fascino di Burri, perseguendo sempre l’intento della visitazione interiore : l’esplorazione avveniva ora nelle viscere umane, contemporaneamente alle viscere della terra. Colori terrosi, sanguigni, grigi di cementi, carte incollate e compresse, stratificazioni e lacerazioni, in perfetta fusione, ancora intesi come “ contenuti “. Con scritti di R.Forni e V.Dehò, le esposizioni di questo periodo avvenivano al “ Prato dei Miracoli “ Pisa;” Palazzo Datini “ Prato ; “ Palazzo SS. Salvatore di S. Giovanni in P.Con “ Letture d’ Architettura “ presentata da G.Bonomi per “ L’Idioma “ Di Ascoli Piceno nel 1994, e la mostra presso la “ Sala Fienile “ di Castel S.Pietro con testo di V.Cohen, la visitazione magmatica aveva assunto la connotazione di purezza e linearità offerta dalla ideazione del “ modello “ elemento prima di legno, poi candido e puro di carta, con impressi tagli sartoriali, a volte sfogliabile come un libro, a volte inserito in teche. L’idea del “ modello “ suggeriva l’alleggerimento dalla ferita di proporsi sempre nuovi nel quotidiano, ricorrendo perciò a schemi più rassicuranti (il modello, quindi )per adeguarsi a questi e non scontrarsi con una realtà impegnativa ed ingombrante. Sottratte alla profanazione, candide e intonse, inserite in queste scatole atte a proteggerle quasi dalla vista e dal tatto del fruitore, per spingerlo piuttosto ad entrare egli stesso nella teca, per coinvolgersi in un gioco di sacralizzazione, ecco allora la mostra “ Pelle d’opera” da Severiarte di Bologna nel 1995, con testi critici di M. Manara,N. Menetti, Pozzati, poi “ Carte in scatola “ a “ Verifica 8+1″di Mestre, con testo critico di R. Pasini. In questo momento nascono, con gli stessi tagli, i “ Libri d’Artista “ esposti e collocati in svariati Archivi e Mostre. In seguito le teche, divenute cassetti veri, allestiti con varie profondità di aperture alla parete, fotografati, poi scontornati in dimensione reale, vengono esposti come fotografie, ricreando l’effetto iniziale , con l’ombreggiatura realizzata sulla parete stessa di esposizione. Questi cassetti, aperti, socchiusi o chiusi, mantengono intatta la loro dose di memorie, contenitori di sogni e aspirazioni, celate o espresse ( chiusura o apertura ) Oggetto di osservazione critica da parte di E.Di Mauro, L.Cavallari, T.Trini queste opere sono state esposte negli ultimi anni da “ A.Battaglia” Milano, “ Archivi del 900 “ Milano, “ Museo Bargellini” Pieve di Cento, Galleria Comunale di Arte Contemporanea – Castel San Pietro Terme – (Bo) Nell’anno 2005 entra a far parte del Gruppo Artisti Iperspazialisti – Viaggiatori del Futuro.