Gennaro Gandolfa

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Gandolfa “ cercando emozioni…………..”

I colori primari, secondari, terziari, i complementari nonché le tonalità brillanti ed opache, gli effetti del chiaroscuro nella terra dove sono nata venivano considerati sfumature,  tinte abbinate a tutto ciò che mi circondava.

Il termine “tinta” nel dialetto siciliano ha il significato di “cattiva”. Versavo fiumi di lacrime quando le tante donne della mia infanzia pretendevano che non mi avvicinassi troppo ai bambini dell’altro sesso e volevano obbligarmi a giocare con le bambole, ad imparare i primi punti dell’uncinetto e del ricamo. La risposta alle lacrime e alle mie reazioni era sempre la stessa” si tinta, un ti mariterai mai, risti pi sempre zitella”.

Come nel gioco degli specchi diventavo davvero cattiva, mi sentivo rifiutata, vivevo le prime contraddizioni. La realtà mi chiedeva troppe mediazioni, troppi adattamenti. Tutto ciò accentuava il mio essere balbuziente, facevo fatica a leggere, preferivo i numeri alle parole, per lunghi mesi rifiutavo il cibo,  il silenzio diventava il contenitore magico del pensare.

Intorno la natura del Mediterraneo, in primavera e in autunno, offriva il meglio di se stessa: albe dorate, tramonti infuocati, boschi dalle sfumature calde, campi di grano ornati di papaveri e margherite. Il bianco della neve sull’Etna si contrapponeva al nero della pietra lavica, l’indaco dei cieli notturni faceva da sfondo alle tante luci delle stelle che si alternavano alle fasi della luna calante e della luna crescente.

La mia natura curiosa e il fatto di voler trovare risposte alle tante domande che affollavano i pensieri mi avvicinavano sempre di più al voler sapere, a cercare certezze nei libri scappando da quella rigidità culturale che reclamava  la rassegnazione  a un destino già prestabilito ‘ essere figlia, sorella, moglie e madre’.

Il professore di applicazioni tecniche valutando i miei disegni metteva voti insufficienti dicendomi “bisogna pensare prima di agire,  non copiare, non reagire ma inventare “. Ci sono voluti lunghi decenni per capire quale era  la strada che mi veniva suggerita per poter diventare un’artista.

In mezzo ci sono stati il diploma da perito commerciale nel comune vicino alla mia piccola frazione, la laurea in sociologia nella lontanissima città diventata italiana dopo la Prima Guerra Mondiale, la frequenza quadriennale ad un master di psicoterapia analitica nella culla del Rinascimento che, finita l’università, avevo scelto come residenza elettiva.

Tanti gli anni di precariato nella scuola secondaria alternando l’insegnamento delle materie giuridiche a quelle tecnico- amministrative, corsi diurni e serali, qualche consulenza contabile a piccole imprese, il tirocinio in uno studio commerciale per poter sostenere le prove che abilitavano all’iscrizione nell’albo dei ragionieri commercialisti.

Nel  terzo millennio diventano sempre più evidenti i tanti cambiamenti epocali: le Torri Gemelle, simbolo di New York , erano state abbattute dal terrorismo,  il muro di Berlino, che aveva diviso il mondo in comunismo e capitalismo, ancora dopo decenni, veniva venduto a piccoli pezzettini come souvenir, le innovazioni tecnologiche facevano da volano allo sviluppo incontrollato delle informazioni, dall’America venivano importati i primi social, i prodotti tradizionali  sempre più spesso sostituiti da quelli innovativi, nascono nuovi strumenti  e nuovi servizi che rivoluzionano la comunicazione.

Intuivo, come durante l’adolescenza, che bisognava tornare a farsi nuove domande e a cercare nuove risposte. Due corsi serali al quartiere 2 di Villa Arrivabene,  dal titolo “Musica e  pittura” e “Poesie e   pittura”,  con Tiziana Accomanni, divennero lo spunto proustiano per comprendere che “l’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere occhi nuovi”.

Trasferire ricordi e fantasie sulle tante carte colorate,  usare i versi di Saffo o di Ungaretti mescolando materiali per cercare trasparenza e profondità che sapevano di evanescenza, creare nuove figure su cui poter proiettare oltre il definito il proprio inquieto sentire divenne un gioco che cominciava a dare le prime soddisfazioni.

A quei primi corsi sono seguite tante altre esperienze formative, grazie alle quali oltre ad imparare nuove tecniche e nuovi linguaggi mi sono confrontata con chi mi circondava, con ciò che mi succedeva intorno. I quattro anni al liceo artistico Alberti di Firenze, dove ho  frequentato il corso serale,  hanno alimentato il desiderio di protagonismo. Affascinata dai contesti e dalle località, ricercati o casualmente trovati di volta in volta,  iniziano quasi due lunghi decenni di mostre personali e collettive  in gallerie, sale consiliari, chiostri, piccoli musei, castelli, palazzi storici ma anche teatri,  librerie, negozi, manifestazione nelle piazze, enoteche, ristoranti,  bar  e spazi recuperati.

Da allora la voglia, spesso contrapposta, di parlare e di tacere, di sottrarsi e di esporsi,  di dimostrare e di negare,  si uniscono e si dividono per tornare all’improvviso a riunirsi nel gesto quotidiano dell’esprimersi attraverso l’arte.

Non sono troppe le partecipazioni ai concorsi:  

  • un terzo premio alla Festa di Primavera in onere allo scultore Antonio Berti del 2002 a Sesto Fiorentino;
  • una sesta classificazione al Premio nazionale di pittura ‘La Pergola Arte – piccolo formato’  del 2007 con l’immagine dell’home page del sito ‘Gandolfa: cercando emozione’ con la motivazione “il mondo della donna idealizzato. Donna fiore, donna farfalla, donna vita. Bellissimo quadro di idealizzazione fisica e intellettiva del soggetto”;
  • un premio speciale al “Lilly Brogi- premio letterario internazionale La Pergola Arte di Firenze” con delle poesie omaggio alle città Invisibili di Italo Calvino nel 2008;
  • un Premio Liberty internazionale ” nuova corrente artistica” all’ Hotel Desirè di Firenze nel 2012 con l’opera “Se le mie mani potessero sfoglia”;
  • vari attestati di partecipazione ad estemporanee e collettive a Firenze, Signa, Campi Bisenzio.

 

due sole donazioni con targhe di ringraziamento  nel territorio dove sono nata e cresciuta , dove volentieri  torno almeno una volta l’anno: 

  • donazione di 7+ 1 quadri  dal titolo ” L’ombra di mia madre sulle tracce di Antonello da Messina” nella piccola chiesa del cimitero nella frazione di Villadoro, Comune di Nicosia, provincia di Enna;
  • donazione al Castello di Sperlinga, provincia di Enna di 66 foto scattate durante la sacra del Tortone in omaggio alle 11 tipologie di Città Invisibili descritte nel testo di Italo Calvino;

 

 

Qualche corso d’arte in questo nuovo millennio,  soprattutto nelle scuole dove insegnavo ed insegno. Ho lasciato che gli studenti si esprimessero mentre io  cercavo di confrontarmi e di coordinare imparando insieme a loro che fare è il solo modo per imparare:

2002

  • “Murales e droga” per il gruppo di studenti Pear Education dell’istituto superiore Giorgio Vasari di Figline V.no (Fi)

2004

  • “Colori e Sapori” per un gruppo di studenti dell’Istituto Alberghiero Buontalenti di Firenze 

2005

  • “Colori primari e tessitura” in collaborazione l’assessorato alla cultura per il gruppo di tessitrici che lavoravano all’interno del Castello di Sperlinga 

2006

  • “Storia e colori ” per un gruppo di studenti dell’itc galileo galilei di  Firenze

2007

  • “Le città invisibili, riflessione su Calvino” presso la classe terza della Sassetti presso l’istituto penitenziario di Solliciano /fi)

2010

  • “Colori, carte e collage” laboratorio per un gruppo di studenti durante l’autogestione all’itt marco polo di firenze

2012

  • “Viaggiare per…………” laboratorio per un gruppo di studenti durante l’autogestione all’itt marco polo di firenze

2013

  • “Donne ed aforismi” per la festa della donna all’tt marco polo di firenze

2014

  • “Emozioni e colori” laboratorio per un gruppo di studenti durante l’autogestione all’itt marco polo di firenze

2015

  • “Il mestiere delle donne” per una prima classe all’itt marco polo di firenze,

2016

  • “ Il si delle donne…poesie e colori” per una seconda classe all’itt marco polo di firenze, laboratorio di fotografia durante l’autogestione all’itt marco polo di firenze

2017

  • “Ferite a morte, quasi sempre per amore” per una terza classe all’ itt marcopo polo di firenze, laboratorio di storia della fotografia durante l’autogestione all’itt marco polo di firenze

2018

  • “Storia della buona notte per bambine ribelle” per una classe quarta all’ itt marco polo di firenze, laboratorio di scatti fotografici durante l’autogestione all’itt marco polo di firenze

2019

  • “inquadrare e scattare” laboratorio di fotografia durante l’autogestione all’itt marco polo di firenze

 

 

qualche pubblicazione insieme ad altri artisti:

  • “Oltre il novecento” arte contemporanea nelle Signe a cura di Giampiero Fossi con l’opera  , “Cercando emozioni” acrilico su carta cm 29,5 * 21 realizzato nel 2002  con il commento di Ugo Fortini “… non sorprendano, complice la mediterraneità delle sue origine, gli azzardi cromatici del suo dipingere ‘ forte’. Pennellate incisive come colpi di sciabola, dai toni prevalentemente alti, giocate da riflessi cupi, ferrigni accostati su supporto con spontaneità, quasi seguendo la maniera espressionista, che esaltano la corposità e  il pathos di un’arcana dimensione magmatica, volutamente confusa della massa di fondo da dove le forme emergono,  il soggetto figurale-moltissime volte un archetipo recuperato dall’onirico-o qualunque altro soggetto  trattato con stupefacente audacia e inusitata libertà di stile……. in linea con l’attuale temperie, si infutura ed è capace, con apprezzabile singolarità, di sfuggire a precise connotazioni e appartenenze, senza tuttavia rinunciare a traghettare,  passando da un intenso ma controllato abbandono informale a delineate immagine, l’amata poetica figurativa. ‘ L’uomo, stigmatizza lei stessa in un suo scritto, non può rinunciare al suo passato, non può negare il suo  futuro’…….. ” Edizione Masso delle Fate 2003
  • Autori Vari, “Racconti italiani del 2000” prefazione di Carla Guidacci Bonanni con il breve testo “Era sera, forse notte……” e figure contemporanee su vecchie tegole realizzate con smalti con la tecnica di figure nere su sfondi neutri,  edizione Agemina 2004
  • “Artisti della Toscana” agenda 2007 a cura di Fabrizio Borghini in collaborazione con Eva Komorowsks con l’opera “Pegaso nel chiostro” tecnica mista cm 50 * 70 realizzato nel 2006 edizione Pegaso Snc Firenze 2006
  • “Artisti 2007” a cura di Michael Musone presentazione di Federico Napoli con l’opera “il martirio di Sant’Agata” colle a caldo ed altri materiali su lastra plastificata con sfondo in rete colorata 50 * 35 realizzata nel 2004  con la descrizione “pittrice originale e sensibile segue con successo il filone poesia e pittura. I suoi quadri talvolta sono ispirati a opere famose di celebri poeti. I suoi azzurri curati e trasparenti, le sue donne al limite dell’onirico persuasive e complesse. Gandolfa si occupa attivamente anche nel sociale e inserisce nei suoi spazi persone per un recupero totale” edizione La Pergola Arte 2007
  • “Donne dell’arte in Toscana 2013” realizzato da Toscana Cultura con l’opera “donne in giallo” colla a caldo su vetro con sfondo di pastelli ad olio su carta 40 * 30 realizzato nel 2006 con il commento di Samantha Monco “………. La figura oggetto privilegiato delle sue riflessioni artistiche diventa il luogo della rappresentazione dei sentimenti profondi o degli stati d’animo espressi con la forza di una pittura sintetica e vigorosa. Le sue immagini evocano una vitalità interiore, intellettiva e sensibile. Non a caso le donne costituiscono il tema preponderante dei suoi dipinti. Anche lo stile, la tecniche la materia usata risentono di questa ricerca: talvolta prevale la delicata leggerezza dell’ombra e del velo, altre l’ impeto deciso del segno o l’energia sprigionata dal colore che diventa il mezzo per dar materia ai sentimenti……” edizione Masso delle Fate 2013
  • “Artisti contemporanei del territorio delle Signe” introduzione di Beatrice Botticelli e Lisa Ciardi con la citazione critica di Ugo fortini “fluisce, ondeggia la gestaltica  potenza dell’atto pittorico di Gandolfa: danza” con otto piccole foto che narrano di tecniche e di stili rappresentativi dei lavori realizzati in questi decenni, edizione Masso delle Fate 2015
  • “Artisti dal mondo a Firenze per Toscana EXPO” realizzato da Toscana Cultura,  introduzione di Daniela Pronesti con l’opera fotografica  dal titolo ” rapsodia mediterranea” stampa su tela dal digitale 30 * 40 foto scattata in Sicilia nel 2012  con il commento pubblicato nell’archivio di Milano nel  maggio del 2004 in occasione della mostra ‘Se le mie mani potessero sfogliare, omaggio a Garcia Lorca’   “Gandolfa artista siciliana che vive e lavora a Firenze, mette in mostra la forza della sua creatività, sempre alla ricerca di qualcosa d’altro, di diverso, di qualcosa in grado di abbattere le barriere delle linee e del colore e di dimostrare ciò che si nasconde nell’invisibile del visibile: la terra, il fuoco, la donna, la poesia” edizione Masso delle Fate 2015
  • “Artisti a Firenze 2019” realizzato da Toscana Cultura con 3  opere titolate Arriva la primavera con brevissimo commento poetico: tecnica mista su cartone con materiali di scarto, cm 40* 30, realizzati nel 2018 con i seguenti sottotitoli: Narcisi abbandonati (riflettersi nello specchio / sordi al richiamo di Eco/ caratteristiche moderne da cui separarsi ), Rose aeree (come le isole in mezzo al mare / galleggiano i colori nell’abisso / dedicate a Venere e all’amore), Margherite tramate (gialle e bianche nei prati in primavera, semplice e sincere /si sfogliano nel dubbio dell’amore ) edizione Masso delle Fate 2019

 

 mentre sono tante  le tipologie di mostre ( descritte nell’ allegato a parte) e ancora di più i luoghi e gli spazi utilizzati per poter incontrare gli amici, gli abitanti, i frequentatori e perché no anche coloro che casualmente si imbattono in ciò che con gioia  e convincimento cerco di realizzare e di divulgare.

A distanza di anni, se dovessi fare una sintesi, continuerei  a riconoscermi nella descrizione di quel primo depliant bilingue che portandomi a Tbilis diceva “ Nascere in Sicilia, laurearsi a Trento e per una scommessa adolescenziale fermarsi a vivere nella città del Rinascimento non significava certo scegliere la strada del colore”, e comunque mi piace proseguire con le parole del critico Mario Battiato che con passione  continua a seguirmi,  sin dai miei primi passi artistici, riconoscendomi che “…….qui siamo a confrontarci con un femminile laico, sganciato  quindi dall’aurea di sacralità che si è sempre avuto nella nostra cultura, per questo credo che sia più forte, più autonomo” e concludere con le parole di una mia poesia “Sensazioni di leggerezza” pubblicata sul N. 4 della rivista mensile “La Toscana” e che spesso regalo l’8 marzo insieme a qualche mio ‘pizzino colorato’ per ricordare che oltre alle mimose anche per le donne esiste un mondo fatto di  ‘parole e  colori’ che può renderci più accettabile e più utile ciò che facciamo:

così come i venti leggeri che vanno e vengono /così come la pioggia che lascia spazio al sole/così come le speranze che si alternano alle malinconie

arriva il tempo, tanto cercato del condividere/arriva lentamente il risveglio e la partecipazione/arriva come la luce improvvisa del mattino, il ricordare

quanto i pensieri diventano farfalle che cercano colori/quando i profumi evocano altri sogni  e altre sensazioni/quando i ricordi si mescolano al desiderio di fantasticare

senti che il cuore accelera e il respiro si fa più intenso/senti che può anche esistere la verità per te e per gli altri/senti che anche una lagrima ed un sorriso hanno la stessa magia

ti muovi come tutte le donne del mondo, accetti di aspettare/ti muovi alla ricerca del tuo stesso cambiare, accetti di rinnovarti/ti muovi leggera senza più rabbia e rancori, accetti che tutto accada.

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