Filippo Cifariello
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12.5
Filippo Antonio Cifariello (Molfetta, 3 luglio 1864 – Napoli, 5 aprile 1936) è stato uno scultore italiano. Partecipò alla scuola del verismo napoletano. Ispirato a Vincenzo Gemito, fu uno dei più attivi scultori tardo neoclassici della sua epoca, producendo opere in bronzo, in marmo, in terracotta e in argento. Un fosco dramma familiare sconvolse la sua vita, perché il 10 Agosto 1905 uccise la moglie Maria De Browne a colpi di rivoltella. La grande popolarità di cui godeva e la strenua difesa fattane dall’avvocato Gaetano Manfredi nella corte d’assise di Campobasso, ne agevolarono, a distanza di due anni, l’assoluzione per vizio totale di mente. Cifariello continuò ad essere perseguitato dalla sventura perché, essendosi risposato, la seconda moglie Evelina Fabi gli morì nel 1914, appena ventiduenne, per le gravi ustioni riportate nel maneggiare un fornello a gas. Un terzo matrimonio e la nascita di due figli non riuscirono a salvare dalla depressione l’artista, che morì suicida a 72 anni nel suo studio di Napoli. Alcune sue opere sono nei musei di Budapest, Düsseldorf, Berlino, Napoli, Roma, a Teano (statua che sovrasta il monumento ai caduti), nella nativa Molfetta (monumento a Giuseppe Mazzini) e a Bari (monumento equestre a Re Umberto I, busto del sindaco Giuseppe Re David e di Araldo di Crollalanza nel palazzo di città, statua del lavoratore edile dinanzi al palazzo delle opere pubbliche, busto di Salvatore Cognetti nel giardino Garibaldi, diverse altre statue nella pinacoteca provinciale).