Filippi Pieralberto
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Pieralberto Filippi frequenta l’ambiente artistico monzese dagli anni ’60 e riservatamente coltiva interessi pittorici perfezionandosi alla scuola P. Borsa di Monza. Gli interessi per la forma e soprattutto per i volumi, espressi nei suoi quadri lo portano verso l’inizio degli anni 2000 alla scultura. Partecipa a diversi simposi di scultura affrontando dapprima il basso rilievo e poi il tutto tondo, trasformando le figure dei suoi quadri in opere scultoree. Dopo queste esperienze continua sulla strada della scultura sperimentando diversi materiali, dal legno al bronzo al marmo di Carrara ed infine la lamiera di acciaio corten. Sara Fontana ha scritto che segno e volume sono le chiavi per leggere l’arte di Pieralberto Filippi. È vero: però bisogna aggiungere che entrambi questi elementi sono guidati dalla sintassi della linea curva che tende a declinarsi secondo angolazioni smussate a diversa gradazione. È una linea che avviluppa ma che non assume mai la forza di spire asfissianti, che accoglie ma non imprigiona. La sua scultura, e in particolare quella recente, si costruisce sulla plasticità binomiale il cui risultato non è solo un rapporto di quantità tra vuoto e pieno, bensì un rapporto di qualità tra due pieni che si muovono nelle nello spazio in un dialogo tra loro e l’osservatore.