Dalla Torre Francesca

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Francesca Dalla Torre è nata a Milano il 21 dicembre 1977. Amante dell’arte da sempre, ha frequentato per lungo tempo corsi di disegno figurativo applicando diverse tecniche quali: china, carboncino, caran d’ache. La curiosità verso tutto ciò che è arte l’ha avvicinata anche alla pittura su ceramica a terzo fuoco, dipingendo soggetti che richiamano la corrente stilistica dell’art deco. Dopo alcuni studi d’arte presso scuole e laboratori della provincia di Milano ha frequentato un corso di decorazione d’interni e mosaico, con la scenografa Simona Becherucci. Ha trasferito così la passione per la pittura e l’arte in complementi d’arredo quali: mobili, specchiere, pannelli decorativi realizzati a mosaico riproponendo e celebrando le caratteristiche estetiche artistiche di quella corrente di pensiero nostalgica che era la Belle Epoque. Negli ultimi anni ha seguito presso il laboratorio del maestro d’arte Renzo Regoli in Siena, alcuni corsi intensivi di iperrealismo e pittura dal vero – tecnica ad olio. Qui ha sperimentato nuove tecniche pittoriche (materico). Dal 2016 Francesca Dalla Torre fa parte di un’associazione culturale artistica C.A.F. Circolo Arti Figurative iscritta al registro delle associazioni sul territorio del comune di Monza fondata nel 1982 con la quale ho partecipato a diverse mostre. Dieci anni fa Francesca Dalla Torre ha aperto il suo atelier dal nome Belle Epoque, che celebra le caratteristiche estetiche di quell’epoca, dove si dedica alla decorazione e alla pittura, estesa anche ai complementi d’arredo conferendo così una nuova veste… di colore e di stile. Dice Francesca del suo lavoro: “la mia tavolozza si veste di toni dal carattere tenue, anche se le mie tele incontrano anche i colori più intensi e decisi di forte impatto estetico, soprattutto quando rievocano le calde e lontane atmosfere di Hopper o del contemporaneo Vettriano. I quadri, quelli ricchi di simbolismi e allegorie, più introspettivi, surreali accolgono i colori più vividi, luminosi. Sono senza spazio, senza confini.. immensi, proprio perché fuori da una realtà figurativa. Questi quadri conservano la parte più profonda ed enigmatica di me, poiché ciò che realizzo è qualcosa di intimo, delicato, nostalgico, vestito di poesia”.