Capitanio Fabio

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6,5

L’artista contemporaneo Fabio Capitanio, racconta la sua vita attraverso i suoi quadri. L’arte è espressione di una ricerca spirituale profonda. Dopo un periodo di vita difficile, l’approccio all’arte, e nello specifico la lavorazione del legno, gli ha dato gli strumenti per cominciare un nuovo percorso. Nel 2009, anno in cui ha iniziato a dipingere, rappresenta un punto di svolta importante nella sua carriera. L’epifania per la pittura si trasforma ben presto in vera e propria sperimentazione. L’approdo alla tecnica degli smalti sintetici, per la loro peculiare proprietà di sapersi fondere e sfumare, incantano il pittore con i loro colori vibranti e luminosi. La singolarità degli smalti di Fabio Capitanio probabilmente è quella di rappresentare attraverso colori e sfumature gli aspetti della natura. L’astrattismo quindi è la forma con la quale il pittore si esprime meglio, inquadrando nelle sue tele uno spazio scenico che indaga l’animo umano e le più intime emozioni. Dalla sua propensione nell’esprimere le emozioni attraverso il colore forte sulla tela, arriva una riflessione sul nostro tempo e sulla comunicazione, che nasce e prende vita con il movimento del Cromomorfismo. Questo movimento artistico e culturale nasce con la premessa di far rinascere l’uomo, di farlo svegliare dal suo sonno da tutti i punti di vista e di trovare una una libertà da tutte le convenzioni e scelte. Tutto questo nasce da una personale nell’ottobre del 2016, presso lo Studio C di piacenza, curata da Luciano Carini. Oltre al suo impegno artistico sulla tela, l’amore per la rappresentazione si fa importante attraverso la scultura. L’uso di diversi materiali come marmo, legno, botticino rivelano una capacità di lavorare la materia da parte dell’artista. Tra le varie esposizioni troviamo la partecipazione nel giugno 2014 alla “Triennale di Roma” presso via Eudossiana sede della facoltà di ingegneria presso la Sapienza a cura del gruppo “ la rosa dei venti” curatore Daniele Radini Tedeschi, presentazione di Achille Bonito Oliva, con chiusura finale di Philippe Daverio, nel giugno 2015 “Gran canale della pace” in sostituzione del padiglione Costa Rica alla 56° biennale di Venezia, curatore Gregorio Rossi (palazzo Bollani Venezia), ottobre 2016 “La nascita del cromomorfismo” personale allo studio C con la presentazione del manifesto omonimo “Cromomorfismo” con il curatore Luciano Carini, la partecipazione nel marzo 2017 alla “Triennale di Roma” presso il complesso del Vittoriano, curata da Loredana Trestin, Gianni Dunil e Stefania Pieralice, presentata in anteprima da Vittorio Sgarbi e da Achille Bonito Oliva con la partecipazione di Daniele Radini Tedeschi.