Bartoli Tullio

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Tullio Bartoli nasce a Catania nel 1922, mentre il padre, accreditato e famoso latinista cui era stata affidata la cattedra universitaria a Malta, stava riportando la futura madre a partorire in Toscana, loro regione. II Bartoli fin da bambino esterna la sua creatività sotto forma di scritti e di disegni, ma gli studi a seguire lo portano alla facoltà di medicina dove si laurea nell’immediato dopoguerra. Ma nonostante sia molto portato per il lavoro di medico, la sua passione per la pittura diventa sempre più forte e, pur se già padre di tre figli, agli inizi degli anni 50 abbandona la certa carriera medica per abbracciare esclusivamente quella molto più incerta di pittore, individuando nella scuola del macchiaioli la sua naturale corrente d’ispirazione. Viene comunque notato da galleristi valdarnesi, luogo in cui operava e viveva prima di trasferirsi a Firenze nel 1963, e, prima in Valdarno e poi a Firenze, molteplici sono le esposizioni dei suoi dipinti ed i riconoscimenti da parte della critica e dei colleghi (Annigoni, Scatizzi, Carena), accreditandosi così nel mondo dell’arte come l’ultimo dei macchiaioli viventi. Ha esposto in varie gallerie di Milano, Modena, Arezzo, Roma e Firenze confermandosi un artista stimato ed estremamente sensibile alle cromaticità e prospettive che in ogni suo dipinto si manifestano in perfetta armonia. Muore a Firenze nel 2000 lasciando varie opere che non seguono ne’ tempi ne” mode, ma che lasciano, in chi le guarda, una struggente nostalgia di panorami toscani solitari e rigogliosi di natura. Pietro Annigoni scrive di lui: “Caro Bartoli, giorni fa ho visto e gustato alcuni Suoi dipinti. Di Lei dicono, e in qualche modo è vero, che è l’ultimo discepolo dei Macchiaioli. Ma non deve sfuggire una cosa in Lei caratteristica: quell’aura di nostalgia sofferta dalla quale scaturisce l’accento più poetico dell’opera Sua…..”