Arpaja Armando

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Armando Arpaja è un artista di origini romane, ma è più facile definirlo cittadino del mondo. La sua carriera pluridecennale gli ha permesso di girare il mondo, confrontarsi con varie culture e pittori di rilevanza internazionale che hanno continuata ad influire sul continuo divenire della sua arte, ma il substrato che rimane è sempre profondamente legato alla città che gli ha dato i natali. Il primo approccio all’arte avviene all’Accademia delle Belle Arti, dove lui e altri amici pittori continuano giorno e notte a trasferire le loro idee nel disegno, pure a fine lezione decidono di continuare i loro lavori e frequentano lo studio di Canova, detto Canovaccio, luogo dove hanno la possibilità di conoscere anche artisti già affermati. Tramite la cerchia di pittori conosciuti lì e nel contesto di una mostra arriva a conoscere un personaggio che per lui sarà di importanza fondamentale: Jannis Tsaroukis. Questo pittore greco lo invita a trascorrere un periodo di studi e formazione in Grecia, dove vive per un periodo sia nei pressi di Atene che a Santorini. Da lì inizia ad esporre anche su invito dell’Ambasciata italiana e iniziano anni di mostre ed esposizioni in tutto il mondo. Espone in Francia, Olanda, Danimarca, Belgio, Portogallo ed altri paesi europei oltre a vari luoghi in Africa, Nord- e Sudamerica e in Asia; riesce così a viaggiare il mondo insieme alla sua équipe. Grazie a queste esperienze si stabilisce per un periodo in Egitto, e in quella fase delle sue ricerche si concentra maggiormente sul ritratto, interpretato in chiave antica, ispirato ai ritratti del Fayyum. Dalla sua prima mostra, dove i suoi quadri raffiguravano scorci nascosti analizzando minuziosamente la luce che illumina i piccoli balconi e le finestre dei vicoli della città eterna, a quella più recente che verrà svolta nuovamente in una Galleria Romana, quel che è il filo conduttore che lega tutta la sua pittura è l’amore per i paesaggi urbani interpretati con uno sguardo amorevolmente rivolto a luce e architettura e l’analisi della figura umana sia da un punto di vista anatomico che esaminando le tracce che le emozioni disegnano sul volto. Tutto questo lo riesce a declinare con sensibilità a secondo delle culture con le quali arriva in contatto. Oltre a questo nell’ultimo periodo si è allontanato dal figurativo classico, per avvicinarsi alla pittura surrealista, praticando l’arte realista e surrealista parallelamente.